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Perché avere targhe estere in Italia è rischioso: cosa prevede la legge

Avere targhe estere in Italia per le proprie auto può essere molto rischioso; ecco che cosa prevede la legge e che cosa bisogna assolutamente sapere.

Auto nella strada (Motoritalia.it)

Da un po’ di tempo a questa parte si è diffusa una strana pratica, soprattutto nel sud dell’Italia. Molte persone preferiscono dare alla propria auto una targa estera, in particolare polacca. Ma perché lo fanno e che cosa ci guadagnano? Ci sono dei rischi?

Avere targhe estere in Italia può essere rischioso e ne parleremo proprio in questo articolo per fare maggiore chiarezza. A fronte di alcuni vantaggi, ed è per questo ovviamente che si adotta questa soluzione, si va incontro a infrangere la legge.

Cerchiamo di capire bene quali sono i motivi alla base della scelta e che cosa implica poi questa decisione. Qui di seguito tutti i dettagli sull’argomento in modo tale da essere informati e pronti.

Targhe estere in Italia: vantaggi e rischi

Auto bianca (motoritalia.it)

Le targhe polacche permettono di pagare molto meno di assicurazione, dal momento che i costi in Polonia sono molto più bassi di quelli vigenti in Italia. Registrare il veicolo in Polonia, inoltre, è molto semplice, meno costoso perché si paga molto meno il bollo auto. Tra assicurazione e tasse, avere una targa polacca permette di risparmiare centinaia di euro all’anno.

Come funziona? In pratica, si contatta l’agenzia che gestisce questa operazione, si cancella il veicolo dal PRA (pubblico registro automobilistico italiano), si permette agli addetti di portare il veicolo in Polonia per un’altra immatricolazione, con targa polacca ovviamente, e poi in Italia il gioco è questo: l’agenzia che si è occupata di questa operazione è proprietaria dell’auto sulla carta e dà a noleggio il veicolo al proprietario effettivo dell’auto.

In questo modo, all’inizio si può pagare tra i 600 e gli 800 euro di assicurazione, ma negli anni successivi non si superano mai i 350 euro. Conviene dal punto di vista economico, dal momento che in Italia i costi dell’assicurazione di base sono compresi tra 500 e 600 euro.

Cosa si rischia? Non è così semplice capire come stanno le cose. Però, l’Unione Europea dice che si può circolare liberamente ovunque, ma se una persona si trasferisce in un altro Stato e ci rimane per oltre sei mesi, allora ha l’obbligo di registrazione del veicolo nel nuovo paese di residenza. Dunque, se un italiano circola per le strade con targa estera è tecnicamente illegale.

I controlli e le multe per questo fenomeno si sono intensificate parecchio negli ultimi mesi. Tuttavia, non c’è solo un fatto di legalità da considerare, ma anche un aspetto legato alla sicurezza. In caso di incidente, il veicolo con targa estera potrebbe non essere coperto adeguatamente.

Nadia Fusetti

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