Arrivati ad un certo punto, in Italia, è stato introdotto l’obbligo di indossare il casco: ripercorriamo il momento che ha visto apportare le modifiche alle normative che regolano la circolazione su due ruote, portandola ad essere così come la conosciamo noi oggi.
Da quando la normativa che ha per oggetto l’obbligo dell’uso del casco è stata introdotta, l’utilizzo dell’accessorio di sicurezza da parte dei motociclisti è aumentato per una percentuale che va dal 15% al 97%. Da quel momento, i risultati sono rimasti piuttosto stabili.
Lo stesso non può dirsi dei ciclomotoristi, per i quali la percentuale d’uso del casco è scesa dal 52% a circa il 20% in meno (dapprima l’obbligo era applicato solo ai minorenni, poi un provvedimento del 2000 lo ha esteso anche ai maggiorenni). Si tratta di numeri pericolosamente bassi. Coloro che vengono trovati a circolare senza casco rischiano sanzioni e il fermo del veicolo fino a 30 giorni.
Nel 1986 l’Italia ha visto l’introduzione della legge che ha reso obbligatorio l’uso del casco. Per valutarne l’efficacia è stato introdotto un apposito sistema di sorveglianza, chiamato “Progetto Casco 2000”, il quale ha visto l’adesione di 57 ASL sparse su tutto il territorio nazionale (26 nel nord Italia, 11 nel centro e 20 al sud). Hanno effettuato almeno 3 rilevamenti a settimana, ognuno della durata di un’ora, in postazioni fisse situate nel proprio territorio di competenza. Nei primi 5 mesi dall’entrata in vigore della normativa, sono state osservati più di 290.000 ciclomotori e monitorati i gravi incidenti presso 27 diversi centri di pronto soccorso.
È stata notata una diminuzione degli arrivi in pronto soccorso (-40%) e, in particolar modo, un numero più basso di diagnosi con lesioni al capo (-75%). La sorveglianza relativa all’uso del casco continua ancora oggi e fornisce dati utili per l’elaborazione di stime aggiornate, è una componente del sistema ULISSE (Progetto Dati Incidenti Stradali, Accordo Quadro Ispettorato Generale Circolazione e Sicurezza Stradale, Ministero dei Lavori Pubblici, Istituto superiore di Sanità e il Ministero della Sanità).
Anno dopo anno, si è registrata una crescita nella percentuale di guidatori a due ruote che indossano il casco, in linea con quella degli altri Paesi europei, a dimostrazione che leggi “universali” sono più efficaci rispetto a quelle mirate e specifiche per gruppi di età e categorie di persone. Restano comunque da compiere degli sforzi per migliorare la situazione, in particolar modo nel Sud Italia. A proposito di moto e normative, vedi anche quale patente è necessaria per poterla guidare.
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